Informazioni generali

Fissaggi

Linguette fisse e scorrevoli VMZINC® in acciaio inossidabile, posate a distanza massima di 40 cm ed inserite nelle aggraffature del rivestimento.

Installazione

Posa in lastre di lunghezza massima fino a 13 m, previa profilatura ed aggraffatura meccanica. Altezza del profilo: 25 mm, spessore 5 mm.

Accessori

Gamma completa per tutti i tipi di finitura (pluviali, gronde, colmi..).

Supporti compatibili

Posa su assito di legno continuo o legno massiccio (pH>5) o pannelli derivati da legni compatibili con lo zinco (secondo le raccomandazioni di ogni produttore).

Copertura piana

Pannelli di lunghezza massima 15 m.

Curvatura naturale fino a 10 o 10,5 m secondo lo spessore del metallo    Raggio minimo concavo : 3,50 m Raggio minimo convesso : 0,30 m
 


Aree di applicazione

Climi rigidi


Copertura microventilata (utilizzando DELTA VMZINC, consultare la guida di questo sistema)


Copertura non ventilata (utilizzando Zinc PLUS, consultare la guida di questo sistema) 


Copertura ventilata (ventilazione inferiore sotto il supporto)


Tutti i tipi di copertura: curva, piana, concava, convessa, a cupola e forme complesse


  • ANTHRA-ZINC
  • AZENGAR
  • Zinco bilaccato
  • PIGMENTO blu cenere
  • PIGMENTO marrone corteccia
  • PIGMENTO verde lichene
  • PIGMENTO rosso terra
  • QUARTZ-ZINC
  • Zinco naturale di VMZINC

Documents and drawings

  • Pendenza

    Dimensioni, pendenze, giunzioni trasversali

    Le differenti tecniche di giunzione dei laminati di zinco hanno tutte una finalità fondamentale: l'impermeabilizzazione. Per assicurare l'impermeabilità globale di una copertura, devono essere osservati un certo numero di criteri relativi alla pendenza e dimensione delle lastre. Un'attenzione particolare deve essere rivolta alla realizzazione di tutti i dettagli (colmi, faldali, gronde...). La pendenza minima che deve essere garantita in ogni caso è del 5% (3°). Tuttavia, fa eccezione il caso di coperture curve convesse, in cui le zone a pendenza <5% non superino però i 3 mt di lunghezza a partire dal colmo.

    Criteri di dimensionamento

    Vi sono alcuni limiti dimensionali dei fogli di zinco-titanio che condizionano le tecniche di giunzione longitudinale e trasversale. La scelta oculata di queste tecniche determinerà l'impermeabilizzazione del sistema di copertura e la planarità dei rivestimenti.

    Lunghezza

    Le caratteristiche fisiche intrinseche del materiale e quelle dimensionali dei fissaggi limitano la lunghezza delle lastre di rivestimento, in funzione della pendenza.

    Pendenza % Pendenza ° Lunghezza max lastre Larghezza lastre
    5-20 3 - 11 ≤ 15 m 670 mm
    20-60 11 - 31 ≤ 13 m 670 mm
    60-173 31 - 60 ≤ 10 m 670 mm
    >173 v ≤ 6 m 500 mm

    Inoltre, una corretta gestione della dilatazione del materiale, attraverso la scelta del tipo e del posizionamento adeguato delle clips di fissaggio (fisse o scorrevoli), garantisce la massima durata ed estetica del rivestimento.

    Lo zinco, infatti, è un materiale che possiede un coefficiente di dilatazione termica teorico di 2,2 mm/m per una variazione di temperatura di 100°. È importante quindi consentire al metallo la dilatazione senza trasferire gli sforzi ai fissaggi, ponendo particolare attenzione al posizionamento delle clips di fissaggio.

    Vento

    Le sollecitazioni del vento si manifestano come pressioni e depressioni che agiscono normalmente alle superfici di rivestimento. In particolar modo, gli sforzi depressivi dipendono dalla pendenza e dalla conformazione della rivestimento: minore è la pendenza, maggiore sarà l'intensità della trazione che il vento esercita sugli elementi che compongono il tetto. La depressione del vento potrebbe causare il distacco degli elementi di rivestimento dal supporto: occorre pertanto dimensionare in modo adeguato gli elementi di fissaggio e verificarne la resistenza alla trazione. A tal proposito vi invitiamo a contattarci.

    Neve

    I prodotti e i sistemi VMZINC® non temono la neve e i climi estremi.

    Solamente durante la fase di posa dei laminati, è necessario tenere presente che per temperature < 8°C, occorrono particolari attenzioni nelle eventuali fasi di piegatura delle lastre. Questa operazione può essere effettuata utilizzando semplici e appositi strumenti che riscaldano la lamina, consentendone la piegatura ed eliminando ogni rischio di microfenditure. Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a contattarci.

    Piani di posa

    La corretta messa in opera delle lamiere di VMZINC® deve avvenire su un "sostegno rigido" e continuo.

    Il supporto selezionato per garantire la durata funzionale di VMZINC® deve soddisfare le seguenti esigenze:

    • Compatibilità fisico-chimica dei materiali in contatto con lo zinco titanio.
    • Continuità geometrica : per assicurare la continuità della forma generale della copertura, il piano di posa deve garantire l'assenza di dislivelli, tra pannelli di sostegno o tra elementi del tavolato ligneo, superiori ai 2 mm. Allo stesso modo, ogni elemento sporgente dal supporto, vite o chiodo, dovrà essere eliminato in modo da evitare qualsiasi deformazione nelle lamiere di zinco-titanio. Prima dell’intervento, l’impresa responsabile dell’installazione di VMZINC dovrà verificare che queste esigenze minime siano rispettate.
    • Conformità strutturale : i responsabili della progettazione dell’edificio dovranno accertare la compatibilità dei carichi di progetto con le prestazioni dei sistemi VMZINC. Questi carichi includono in particolare il peso della struttura, il carico di utilizzo e i carichi dovuti agli effetti dei vincoli climatici (effetti del vento e carichi di neve).

    Tipologie di supporto

    Supporto in legno

    I sostegni in legno massiccio classificati poco acidi o non acidi, cioè il cui pH è compreso tra 4,5 e 7, sono compatibili con lo zinco titanio e autorizzano quindi un’applicazione a contatto diretto. Il legno massiccio classificato come acido, cioè il cui pH è inferiore a 4,5 è incompatibile con lo zinco. Il suo impiego in contatto diretto è da bandire.

    Classificazione dei principali tipi di legno in funzione della loro compatibilità con lo zinco:

    Legni a pH < 4,5 - incompatibili con VMZINC®    

    pH Nome corrente Nome scientifico
    2,9 Abete Douglas Pseudostuga taxifolia
    3,0 Cedro rosso Thuja plicata
    3,6 Quercia Quercus
    3,6 Castagno Castanea sativa
    3,8 Pino marittimo Pinus pinaster
    3,9 Okoumé Aucoumea Klaineana/Burseracées
    3,9 Sipo Entandrophragma utile/Meliacées
    4,0 Larice Larix decidua

    Legni a pH ≥ 4,5 - compatibili con VMZINC®

    pH Nome corrente Nome scientifico
    4,5 Pino silvestre Pinus sylvestris
    5,0 Abete rosso Picea abies
    5,1 Abete canadese Stuga Heterophylla
    5,2 Faggio Fagus
    5,4 Iroko Milicia Excelsa
    5,5 Pioppo Populus/Liriodendro tulipifera


    Supporto in pannelli di legno incompatibili

    Il plywood e i pannelli costituiti da agglomerati non possono essere utilizzati in contatto diretto con lo zinco titanio, salvo utilizzo di VMZINC® PLUS; alcuni dei componenti che entrano nella fabbricazione di questi pannelli di legno possono risultare essere agenti corrosivi nei confronti dello zinco titanio: legno acido con pH inferiore a 4,5 o superiore a 7, colla, prodotti di preservazione contro gli attacchi degli insetti e dei funghi e/o ritardanti di combustione.

    Nei casi di incompatibilità del supporto, VMZINC® raccomanda di utilizzare il laminato VMZINC® PLUS (zinco titanio protetto sul lato inferiore) oppure la membrana d’interposizione VMZINC® DELTA.

    Due tipi di trattamento di preservazione del legno sono utilizzati per il legno massiccio e per i pannelli di legno compensato: prodotti di preservazione contro gli attacchi dei funghi e degli insetti lignivori (in risposta, in particolare, ai rischi della classe 4) e prodotti ritardanti di combustione (per estendere l’impiego del legno ad alcune categorie di edifici più esposti).

    I costituenti chimici di questi due tipi di trattamento sono generalmente sali metallici idrosolubili quali il CCA (Rame – Cromo – Arsenico), CCB (Rame – Cromo – Boro), CB (Cromo – Boro) e sali ammoniacali d’acido fosforico applicati tramite autoclave (vuoto sotto pressione).

    Questi trattamenti non consentono una posa diretta di zinco titanio, a causa del loro comportamento corrosivo nei confronti del metallo. Il laminato VMZINC® PLUS oppure la membrana d’interposizione VMZINC® costituiscono in questi casi una risposta adeguata.

    Supporto in cemento o malta

    La posa diretta dello zinco su un supporto di tipo cementizio è da evitare. Quando la struttura portante è in cemento, si raccomanda la realizzazione di un massetto il più regolare e planare possibile. Nel caso di sostegni localizzati (coronamenti, grondaie…) di larghezza inferiore a 40 cm, la malta può essere utilizzata a condizione di interporre una membrana neutra tra lo zinco titanio e il supporto. La membrana PEHD d’interposizione VMZINC® costituisce una soluzione neutra con molteplici vantaggi. Anche per questi tipi di supporto incompatibili, è possibile utilizzare il prodotto VMZINC® PLUS, in quanto autoprotetto sulla faccia inferiore a contatto col piano di posa, con interposizione di carton feltro.

    Umidità e ventilazione

    Ogni edificio possiede un differente livello di igrometria, in funzione della sua destinazione d’uso e della tipologia di impianti di riscaldamento e/o ventilazione. I fenomeni di condensazione si verificano nelle seguenti situazioni:

    • Differenza tra la temperatura dei metalli (irradiazione persistente) e il ciclo giorno/notte della temperatura dell’aria (rugiada naturale);
    • Migrazione del vapore acqueo attraverso gli strati dei materiali che costituiscono il rivestimento dell'edificio dall'ambiente più caldo verso quello più freddo.

    Il ristagno persistente di condensa potrebbe col tempo danneggiare lo zinco-titanio. L'applicazione di membrane che svolgono una funzione di protezione al vapore (barriera al vapore) permette di limitare il trasferimento di vapore dall'ambiente più caldo a quello più freddo, senza tuttavia eliminarlo totalmente a causa di punti critici quali fori di fissaggio, punti di discontinuità della barriera, sporgenze, ecc.

    Per risolvere il problema dell'umidità si propongono quindi due soluzioni: evacuare il vapore tramite copertura ventilata (o copertura fredda) o difendere il metallo dalla condensa tramite strato protettivo (copertura calda).

    Copertura fredda

    Il sostegno ventilato permette la circolazione dell'aria della sottofaccia del laminato. Questa soluzione rispetta le caratteristiche del metallo e lo protegge dal rischio di danneggiamento causato dall'acqua di ristagno o dalla condensa. Infatti, VMZINC® reagisce con i principali componenti dell'atmosfera, in particolare in presenza di H2O (acqua), SO2 (inquinamento), NaCl (nebbia salina) e CO2 (anidride carbonica). La prima reazione dello zinco-titanio in presenza di ossigeno e acqua è la formazione di idrossido di zinco, Zn(OH)2, che permette, in presenza di una concentrazione sufficiente di CO2 proveniente dall'aria, la formazione dello strato di patina protettiva. È quindi importante che entrambi i lati del laminato siano arieggiati, in modo da consentire un apporto di anidride carbonica in quantità sufficiente da permettere la formazione della patina, in modo particolare sul lato inferiore di VMZINC®.
    Il sistema ventilato rappresenta la messa in opera tradizionale delle lamiere in zinco-titanio per la copertura: un'intercapedine d'aria è prevista sotto il sostegno di copertura. Le prese d'aria d'entrata saranno previste e distribuite uniformemente nella parte bassa del tetto e le uscite d'aria nella parte alta. Questa configurazione permette un flusso d'aria sotto il sostegno e permette di evacuare qualsiasi infiltrazione d'acqua o formazione di condensa. Con il sistema ventilato, il sostegno rimane asciutto e mantiene le sue caratteristiche strutturali.

    L'intercapedine d'aria sotto il sostegno della copertura avrà le seguenti dimensioni, rispetto alla lunghezza della falda:

    • 40 mm minimo per falde fino ai 12m;
    • 60 mm minimo per falde dai 12m ai 15m.

    La sezione di ventilazione sarà del 1/5000 (o del 1/3000 per falde coibentate) della superficie proiettata del tetto, secondo la configurazione della copertura. Le prese d'aria d'entrata e di uscita verranno messe rispettivamente alla linea di gronda e al colmo o al displuvio, sia con aeratori singoli (bocche di rana), sia con elementi di ventilazione lineari prefabbricati. Soluzioni di ventilazione integrate al sistema costruttivo del tetto possono anche essere considerate.

    Vogliate contattare il Vs. rappresentante VMZINC® per qualsiasi informazione riguardo le diverse soluzioni e calcoli per la ventilazione.

    Copertura calda

    Nei casi dove la ventilazione non può essere consentita dalle esigenze del progetto (edificio ad alto livello igrometrico o ristrutturazione), il complesso è considerato non ventilato: in questi casi né il sostegno né la copertura stessa sono ventilati da un'intercapedine d'aria o da uno spazio di ventilazione. In questo caso, VMZINC® propone un prodotto unico e innovativo: VMZINC® PLUS, un laminato in zinco titanio, il cui lato inferiore è protetto da uno strato di laccatura particolarmente resistente, di spessore 60µm, polimerizzato con processo a forno. Questo prodotto risponde alle esigenze legate all'assenza di aerazione, dove l'apporto insufficiente di anidride carbonica sulla superficie inferiore del laminato impedisce la formazione della patina.

    Acqua e giunzioni

    Le azioni concomitanti di pioggia e vento sono fenomeni climatici naturali che devono essere esaminati per la determinazione del grado di tenuta della copertura dell’edificio.

    Questa precauzione riguarda in particolare:

    • I metodi di giunzione e/o sovrapposizione tra gli elementi che costituiscono la copertura
    • I raccordi della superficie coperta in corrispondenza delle discontinuità geometriche quali camini, vano ascensore, abbaini, sporgenze.
    • I canali d’impluvio

    Inoltre, nelle regioni in cui la neve è persistente, l’accumulo della stessa in copertura è un fattore che può penalizzare la tenuta stagna degli elementi. Infatti, i cicli di gelo/disgelo contribuiscono alla trasformazione della neve in ghiaccio, con conseguente aumento di volume e incremento della pressione idrostatica dell’acqua imprigionata nella neve, sia per la semplice infiltrazione attraverso gli elementi rivestiti, sia aggravando i fenomeni di capillarità attraverso le aggraffature. In fase di progettazione tutti i suddetti punti critici dovranno essere studiati con particolare attenzione ai dettagli.

    Si consiglia di rivolgersi al ns ufficio tecnico per valutare possibili soluzioni.

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